“[…]non mai sì dolce al mite solicello
e al silenzio de’ candidi villini
mi richiamò, col mormorio dei pini
e con l’urlo del mar, Castiglioncello.
Presto verrò. Quelle armonie diffuse
vinceran forse il tedio che m’ingombra,
e tornerò poeta […]”
(G. Marradi, “Castiglioncello”, 1852 -1922)
La storia di Castiglioncello è relativamente recente, nonostante il ritrovamento di una necropoli etrusca – oggi testimoniata dal piccolo Museo Archeologico Nazionale di Castiglioncello – e la presenza di una Torre medicea risalente al seicento, dalla quale si può godere, salendo le scale, il panorama di tutta la costa.
Era probabilmente poco più di un villaggio di pescatori quando, a metà ottocento, vi si insediò Diego Martelli, che già a Firenze seguiva alcuni pittori che sarebbero entrati nella cerchia dei Macchiaioli; Martelli, critico d’arte, ritratto peraltro anche da Edgar Degas, e mecenate lungimirante, seppe raccogliere attorno a sé artisti come Fattori, Lega, Signorini, Abbati e altri, dando vita alla cosidetta “Scuola di Castiglioncello“, da cui risulterà la pittura macchiaiola più matura, legata indissolubilmente alla descrizione del paesaggio tipico della Costa Etrusca, fra “macchia”, appunto, e mare.
In seguito, dove era ubicata la tenuta di Martelli venne edificato un castello – a imitazione dei castelli d’altri tempi – dal barone Patrone, poi venduto ai conti Pasquini: oggi, il Castello Pasquini è utilizzato per mostre di pittura, incontri di rilievo internazionale fra fisici, che poi confluiscono in conferenze aperte al pubblico; per concerti di vario genere (memorabile, qualche anno fa, fu una serata con Morricone al pianoforte); per il teatro e la danza d’avanguardia, soprattutto nel periodo di giugno-luglio, quando ha luogo il Festival Inequilibrio, che nel 2009 ha ricevuto il premio Ubu (il maggior riconoscimento italiano in ambito teatrale).
Altri eventi tipici dell’estate castiglioncellese si svolgono nel parco del castello: l’anfiteatro ospita il Summer Jazz Festival, e il locale La Limonaia incontri con scrittori o giornalisti. Una rassegna estiva è dedicata anche al cinema, con proiezioni di film d’epoca e incontri con attori e registi. E’ un modo, quest’ultimo, per celebrare il legame fra Castiglioncello e il cinema: sebbene fosse già divenuta una località apprezzata e avesse ospitato personalità eccezionali come Pirandello o Tofano, è negli anni ’60 che il paese diventa una specie di spin-off della Dolce Vita romana: sono di casa ogni estate Alberto Sordi (la cui villa era già appartenuta al pittore Corcos), a cui adesso è dedicata la bella passeggiata di Punta Righini; Paolo Panelli, Bice Valori, Luchino Visconti, Suso Cecchi D’Amico, Enzo Trapani, Marcello Mastroianni.
Un contributo importante a quel periodo si deve sicuramente al fatto che buona parte del celebre film Il sorpasso di Dino Risi, è stato girato proprio a Castiglioncello. Questa fioritura portò personaggi come Celentano, Morandi, Paoli, Vanoni o Mina a esibirsi a “Il Cardellino”; e mentre al Tennis Club si potevano veder giocare Rod Laver o Nicola Pietrangeli, al campo sportivo gli Harlem globetrotters o i fratelli D’Inzeo potevano mostrare il loro virtuosismo. Scemato il momento d’oro, molte personalità come Mastroianni, Panelli, Lello Bersani, Cecchi D’Amico sono comunque rimaste affezionate al luogo, continuando a tornare; una seconda piccola fioritura negli anni ’80, dovuta anche al Ciucheba, una discoteca che adesso non esiste più ma molto in voga al tempo, ha reso personaggi come Renato Zero o Abatantuono assidui frequentatori di Castiglioncello.
Oggi, qualche vip di passaggio lo si può vedere; oltre agli eventi estivi già menzionati c’è un appuntamento dedicato al cibo come il Foodies Festival e secondo tradizione, la Festa del Pesce a giugno, caratterizzata da un enorme padellone di alcuni metri dove viene fritto il pesce.
Per il resto, una specie di decadenza sembra essere diventata parte del carattere di Castiglioncello, forse perché memore di momenti più gloriosi; e in un certo senso è un tratto che le dona un fascino particolare, nonostante i cittadini chiedano storicamente più organizzazione – in fondo, siamo anche noi dei toscanacci! Questo spirito, questa atmosfera, è stata probabilmente riassunta nel modo migliore da Suso Cecchi D’Amico, che parla della sua cara Castiglioncello in un documentario a lei dedicato: afferma che le piace perché non c’è niente. Il modo in cui lo dice, fa pensare a una bella donna, non più giovane ma ancora bella, che non ha bisogno di trucco per apparire affascinante.
Castiglioncello ieri e oggi
Si ringrazia Claudio Marabotti per la gentile concessione delle foto.